Perché Counseling e Scuola

In un tempo molto breve c'è stato il passaggio da una società relativamente stabile a una società caratterizzata da molteplici cambiamenti che hanno portato a una modificazione del paesaggio educativo e dell’orizzonte culturale della scuola e della famiglia, definendo nuovi scenari imprevedibili e, spesso, difficili da controllare.
All’interno del complesso paesaggio educativo diventa necessaria una ridefinizione degli spazi relazionali, soprattutto tra le due principali agenzie formative, scuola e famiglia, secondo un circuito di scambio, di rispetto dei relativi ambiti di esperienza e di valorizzazione delle esperienze.

La complessità che connota, quindi, la vita quotidiana degli studenti e delle loro famiglie rende necessario immaginare un nuovo orizzonte culturale, in cui la promozione della maturazione della persona sia la priorità della comunità educante.
Diventa così necessario che tutti gli elementi del sistema si attivino per promuovere lo sviluppo nella e della comunità, immaginando un progetto evolutivo di crescita e maturazione nell’ottica dell’empowerment e dell’autoefficacia.
Ed è proprio in questo contesto che la pratica del counselling scolastico esprime al meglio le sue caratteristiche come mediatore dei processi di trasformazione, come opportunità di crescita in situazioni “critiche”, come intervento di aiuto per l’individuazione e l’uso delle risorse soggettive e comunitarie disponibili, al fine di creare comunità educative resilienti. 

Fra le finalità di ogni intervento di counselling scolastico c’è quella di valorizzare le risorse dell’individuo, dell’ambiente e della comunità scolastica al fine di permettere agli insegnanti, ai genitori e agli alunni di governare processi di cambiamento all’interno della complessità educativa.

Gli obiettivi del colloquio didattico

La visione del bambino che ha il genitore è di carattere genitoriale mentre quella dell’insegnante è docenziale e spesso non corrispondono tra di loro. Non si potrà stabilire alcuna collaborazione efficace tra scuola e famiglia fino a quando il figlio non diventerà, per il genitore, un allievo in formazione: solo in questo modo il genitore sarà disponibile a considerare i bisogni del proprio figlio legati alla dimensione dell’apprendimento.

Apprendimento al tempo di internet: tra surfismo e immersione

Un primo passo è quello di non considerare marginale il rapporto che l’esperienza digitale ricopre nel quadro della realizzazione dei compiti evolutivi dell'adolescente.

Lezioni da tutto il mondo: come le scuole aprono dopo il COVID-19

Mentre in Italia si discute su come riportare gli alunni in classe a settembre, in numerosi paesi sono state avviate riaperture graduali.

Quando il conflitto insegnante - allievo non può essere risolto

I conflitti che si creano tra insegnanti e studenti e che difficilmente potranno essere risolti sono quelli che riguardano divergenze di opinioni, collisione di valori, di idee o modi di vivere. In questo caso l’insegnante deve trovare la forza dentro di sé di accettare serenamente di non poter risolvere il conflitto.

La valutazione come strategia didattica

La nuova valutazione, rimettendo al centro del processo valutativo il percorso formativo dell’alunno, richiede un importante cambio di paradigma. Essa diventa una strategia didattica che, insieme a tutte le altre, concorre al successo formativo dell'allievo.

Resistere insieme per esistere

Come asserisce Piero Bertolini (2002) “un autentico educatore non può che essere ottimista […]. Se un educatore è ottimista è portato ad aiutare il bambino a essere anche lui ottimista, cioè a essere orientato verso un modo di vivere che lo veda attivo, consapevole di poter intervenire nella realtà per trasformarla, per trasformarla in qualcosa di migliore”.

È uno scherzo, un litigio, un atto di bullismo o un reato?

È fondamentale una conoscenza, una riflessione e una condivisione dei termini al fine di avere un terreno semantico comune e facilmente comprensibile da tutti nella ferma convinzione che le parole possano definire e circoscrivere la sostanza dei fatti.

Gli interventi nella classe per prevenire il fenomeno del bullismo

Negli ultimi anni in Italia si stanno sperimentando dei modelli di prevenzione del fenomeno del bullismo che si basano sulla naturale predisposizione di molti studenti ad aiutare, dare sostegno e consolare i propri compagni.

La scuola che cambia: una revisione del ruolo

E' necessaria una revisione della funzione stessa della scuola che non può più essere solo un luogo in cui si forniscono i contenuti del sapere ma deve diventare un’agenzia educativa – formativa che faccia attenzione all’aspetto affettivo – emotivo - relazionale del bambino e dell’adulto.


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