Perché Counseling e Scuola

In un tempo molto breve c'è stato il passaggio da una società relativamente stabile a una società caratterizzata da molteplici cambiamenti che hanno portato a una modificazione del paesaggio educativo e dell’orizzonte culturale della scuola e della famiglia, definendo nuovi scenari imprevedibili e, spesso, difficili da controllare.
All’interno del complesso paesaggio educativo diventa necessaria una ridefinizione degli spazi relazionali, soprattutto tra le due principali agenzie formative, scuola e famiglia, secondo un circuito di scambio, di rispetto dei relativi ambiti di esperienza e di valorizzazione delle esperienze.

La complessità che connota, quindi, la vita quotidiana degli studenti e delle loro famiglie rende necessario immaginare un nuovo orizzonte culturale, in cui la promozione della maturazione della persona sia la priorità della comunità educante.
Diventa così necessario che tutti gli elementi del sistema si attivino per promuovere lo sviluppo nella e della comunità, immaginando un progetto evolutivo di crescita e maturazione nell’ottica dell’empowerment e dell’autoefficacia.
Ed è proprio in questo contesto che la pratica del counselling scolastico esprime al meglio le sue caratteristiche come mediatore dei processi di trasformazione, come opportunità di crescita in situazioni “critiche”, come intervento di aiuto per l’individuazione e l’uso delle risorse soggettive e comunitarie disponibili, al fine di creare comunità educative resilienti. 

Fra le finalità di ogni intervento di counselling scolastico c’è quella di valorizzare le risorse dell’individuo, dell’ambiente e della comunità scolastica al fine di permettere agli insegnanti, ai genitori e agli alunni di governare processi di cambiamento all’interno della complessità educativa.

Per un buon insegnamento le qualità immateriali contano più delle migliori strategie

La relazione instaurata con gli studenti è un aspetto fondante dell’apprendimento e gli stessi studenti intervistati da Moore per un progetto di ricerca nel 2000 sulle migliori pratiche per insegnare, confermano come abbiano appreso meglio quando il proprio insegnante “li vede e li ascolta come individui, li aiuta a capire i loro punti di forza e quando permette loro di collegare ciò che stanno imparando con le loro aspirazioni future”.

Per una didattica dell’empowerment

Uno studente può attribuire il raggiungimento o meno di un risultato a cause interne (o a cause esterne. Lo studente che ha uno stile di attribuzione interno ha in genere un atteggiamento positivo nei confronti dell’insuccesso, considerandolo modificabile, transitorio, controllabile e settoriale. In genere è uno studente che ha un rapporto ottimistico con il proprio apprendimento, ama sperimentarsi in nuovi compiti e affronta le difficoltà senza paura.

Come intervenire sui comportamenti inadeguati

Le ricerche didattiche dimostrano che, uno dei compiti più difficili per l’insegnante, è la prevenzione dei comportamenti inadeguati. Molti docenti, convinti che gli studenti sappiano già come comportarsi a scuola e rispettino le regole solo se minacciati, non si occupano della tematica della disciplina in maniera adeguata.

Il clima di classe accettante

Lo studioso che più di tutti ha evidenziato gli elementi di una relazione educativa favorevole all’apprendimento è stato Carl Rogers. Egli ha indicato come primo presupposto per una azione didattica favorevole, la presenza di un clima di classe accettante, non valutativo né in positivo né in negativo, sia da parte dell’insegnante che di ciascuno studente nei confronti dei compagni.

La lettura: una strategia didattica da scoprire

La lettura si rivela funzionale allo sviluppo di capacità comunicative, relazionali e di crescita. Nella quotidianità scolastica sono molteplici le modalità di realizzazione di questa pratica, di seguito ne verranno esaminate alcune in modo da fornire spunti di riflessione e approfondimento utili per educatori e insegnanti.

Il conflitto a scuola

Compito della scuola, quindi non è la riduzione del numero dei conflitti, che vista l’eterogeneità degli studenti, è pressoché impossibile, ma quello di educare gli studenti a risolvere i conflitti in modo costruttivo al fine di soddisfare le proprie esigenze, i propri bisogni e acquisire abilità di risoluzione dei conflitti spendibili all'esterno.

L'apprendimento cooperativo per costruire il gruppo classe

L’apprendimento cooperativo è una visione pedagogica e didattica dell’insegnamento che valorizza il processo di apprendimento di gruppo attraverso il quale gli studenti imparano a collaborare, a comunicare, a condividere le proprie idee e risorse cognitive, ad ascoltare gli altri.

Agire la relazione d'aiuto a scuola

La relazione di aiuto può essere rappresentata secondo un modello a quattro fasi: le prime due derivate dall’approccio non direttivo di Carl Rogers e le altre due di impostazione comportamentista.

Prevenire i problemi in classe modificando il contesto educativo

Gli insegnanti hanno sempre cercato di apportare delle migliorie al contesto scolastico nella convinzione che il miglioramento delle caratteristiche fisiche e psichiche di una classe possa prevenire una serie di problemi.

Il clima di classe affettivo

Gli studenti rivivono nella scuola i sentimenti nei confronti dei genitori che hanno appreso nel contesto familiare e li traslano nel rapporto con gli insegnanti, assumendo nei loro confronti, lo stesso rapporto fatto di rispetto, di attese e di aspettative, a volte ambivalenti, che negli anni infantili avevano nei confronti dei genitori


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