Ascoltare e ascoltarsi nella Didattica a Distanza: proposte operative

La comunità educante – adulti, genitori, insegnanti, educatori – ha il dovere di fornire ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze gli strumenti per ascoltare ed ascoltarsi e per esprimere gli stati emotivi, propri di questa condizione.


Dopo un primo momento in cui il #iorestoacasa è stato accolto da bambine, bambini, ragazze e ragazzi come una straordinaria novità, sono subentrati differenti stati d’animo, quali lo sconforto, la tristezza, il senso di impotenza, la mancanza della scuola, dei compagni, degli insegnanti.
La comunità educante – adulti, genitori, insegnanti, educatori – ha il dovere di fornire ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze gli strumenti per ascoltare ed ascoltarsi e per esprimere gli stati emotivi, propri di questa condizione.
In questa fase, ormai lunga, la quasi totalità dei docenti sta dimostrando di voler salvaguardare l’autenticità dei processi relazionali con i propri allievi e questo potrebbe essere il canale attraverso il quale incoraggiare gli studenti a esprimersi, a connettersi con le proprie emozioni, con le proprie paure e ansie, dando voce ai tanti loro perché e ai numerosi dubbi.
Diventa di fondamentale importanza aiutare le alunne e gli alunni a fare ordine nei propri stati emotivi, attraverso la costruzione di un ambiente, anche se solo telematico, in cui i ragazzi, sentendosi ascoltati, possano esprimersi liberamente.
Vediamo come si può realizzare.
Costruzione del setting telematico
Per prima cosa, è importante creare le condizioni per l’ascolto e la partecipazione, attraverso la definizione di un setting telematico ben strutturato e in cui sia possibile l’interazione. La piattaforma utilzzata può essere una di quelle che si usano per fare lezioni a distanza come, Zoom, Teams, Google Suite, Edmodo, Eliademy, WeSchool, Google classroom, Socloo, cercando di utilizzare la piattaforma digitale supportata dai dispositivi di tutti gli allievi.
Successivamente, si può inserire nella proposta didattica settimanale “l’ora dell’ascolto”, uno spazio dedicato ad ascoltare e ad ascoltarsi, a esporre i dubbi , le paure, gli stati emotivi degli studenti, propri di questa condizione.
Favorire la partecipazione di tutti
Dopo avere stabilito lo spazio e il tempo, occorre modulare le modalità di partecipazione di tutti.
Ogni incontro deve avere un intento ben definito e condiviso e, ogni alunno e ogni alunna, deve essere messo nelle condizioni di partecipare attivamente all’incontro, attraverso delle attività motivanti e valorizzanti. A ognuno dovrà essere garantito uno spazio di espressione e un feedback preciso e mirato, in modo che l’esperienza sia formativa per tutti.
Occorre stimolare tutti gli allievi, soprattutto quelli in maggiore difficoltà o apparentemente meno attivi, assegnando a ognuno un ruolo o un compito specifico.
Ruolo della scuola non è solo formare ragazzi e bambini competenti ma anche esseri umani capaci di imparare a sostenersi a vicenda, di com-prendere l’altro e di sta-re insieme. Queste capacità sono necessarie per evitare che la crisi intima e relazionale che stanno vivendo i nostri alunni non diventi irreversibile.
Proposte di attività
Attività iniziale
Come prima cosa occorre agevolare l’incontro con l’altro attraverso, ad esempio, l’appello emotivo in cui si chiede a ognuno di condividere come si sente in quel momento.
Per i piccoli si può proporre una serie di emoticon con differenti stati emotivi e chiedere loro in quale emoticon si riconoscono e perché.
Con i più grandi è sufficiente fare l’appello e chiedere loro di associare al proprio nome, l’emozione che vivono nel qui ed ora.
Esempi attività
Successivamente si possono proporre differenti tipologie di attività che, da un lato, possano aiutare i bambini e i ragazzi a riflettere sulla condizione che stanno vivendo e, dall’altro, aiutarli a connettersi con i propri stati emotivi.
Ad esempio, con i più piccoli si può proporre un’attività grafica in cui rappresentare il momento più significativo della propria giornata per poi condividerlo con propri compagni, oppure costruire una piccola storia in cui ognuno aggiunge una parte, con la finalità di creare un prodotto condiviso e rappresentativo del gruppo classe.
Con i più grandi si può partire dalla lettura di un articolo, di un’immagine per condividere le emozioni e sensazione che suscita. È possibile utilizzare anche una piattaforma di scrittura condivisa come StoryJumper, per costruire delle storie condivise.
Costruire percorsi di resilienza
Molto importante è la costruzione di percorsi di resilienza.
Il termine resilienza (dal latino resilio, tornare indietro, rimbalzare) appartiene alla terminologia della fisica dei materiali e definisce la capacità di un corpo di resistere a un urto, assorbendo energia cinetica senza distruggersi.
La resilienza è un insieme di capacità che si possono sviluppare attraverso l’incrocio virtuoso di fattori individuali, familiari, ambientali.
Può essere considerata come il prodotto dell’interconnessioni di differenti ambienti ecosistemici, di macro e micro-relazioni, di credenze, di valori, di stili relazionali, presenti nelle differenti società ed epoche.
L’insegnante può proporre delle attività grafiche, musicali, creative, attraverso le quali far focalizzare i bambini e i ragazzi sui propri punti di forza, utili ad affrontare la situazione che stanno vivendo.
Un’attività da proporre potrebbe essere l’acrostico del proprio nome in cui ogni lettera andrà a definire una qualità positiva che caratterizza ogni studente e successivamente invitarli a “regalare” una delle parole a un compagno.
Con i più grandi si può usare la tecnica SWOT, per individuare i loro punti di forza, punti di debolezza, opportunità, minacce. Una volta svolto il lavoro individuale si può chiedere loro di condividere il prodotto con un proprio compagno o con l’intero gruppo.
Sarebbe importante proporre agli allievi anche momenti di condivisione “pura” in cui cantare insieme, raccontarsi, suonare, inventare, uno spazio ricreativo, cioè, in cui ci si incontra per un tempo prestabilito, in piccoli gruppi, per poi, successivamente, condividere l’esperienza insieme al grande gruppo e all’insegnante.
Premettendo che l’incontro con l’altro ha un’efficacia maggiore in presenza, queste forme di relazione diventano indispensabili per monitorare lo stato di benessere dei propri allievi, soprattutto in questo momento in cui si comincia a rilevare che, se non si interviene precocemente ed efficacemente, i disagi emotivi provocati dal Covid-19 potrebbero diventare permanenti.
Dal momento che le parole in questo momento assumono un significato importante, vorrei condividere le parole che riassumono il senso delle attività proposte: leggerezza, collaborazione, creatività e benessere.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


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