Come stanno i bambini: riflessioni e riflessi in tempo di Covid

Come possono intervenire gli insegnanti per promuovere il benessere nei bambini in riferimento al complesso scenario attuale? È necessario partire da ciò che la pandemia ha più incisivamente modificato: la relazione.


A più di un anno dall’inizio della pandemia riflettere su cosa essa stia significando per bambini e bambine non può che direzionare lo sguardo verso una fascia di popolazione che, suo malgrado, non può partecipare proattivamente agli spazi di discussione.
Questa condizione di latitanza dal dibattito pubblico non deve essere interpretata come mancanza di attenzione ma, come afferma Marina D’Amato in Ci siamo persi i bambini, può essere motivata dal fatto che anche se i bambini sono sempre esistiti, l’Infanzia esiste solo quando le si offre spazio e viene pensata.
Pertanto, è arrivato il momento di pensare alla condizione dell’Infanzia post Covid-19.
Come per ogni avvenimento cruciale è innegabile che ci sia un prima e un dopo marzo 2020; averne consapevolezza, in ambito educativo, consente di dare risposte e mettere in atto azioni significative.
In pochi giorni i bambini hanno trovato stravolta ogni quotidianità e insieme a essa tempi, luoghi e relazioni.
Il lockdown è stato un tempo di stasi e silenzio beffardamente in antitesi con ciò che gli alunni hanno sempre sperimentano in classe: nulla è più lontano dall’animato brusio che popola le aule, niente è più distante dal movimento cognitivo e affettivo che abita un apprendimento significativo. Ci si domanda quindi, in riferimento a questo scenario complesso, come possono intervenire gli insegnanti per rispondere in maniera efficace a ciò che tutto questo ha comportato?
È necessario a mio avviso, partire da ciò che la pandemia ha più incisivamente modificato: la relazione. Quest’ultima, come in qualsiasi scambio educativo di qualità, richiede volti, voci e corpi per condividere vissuti.
La relazione educativa si rivela preziosa quando consente all’alunno di percepirsi come persona portatrice di esperienze, significati e risorse da promuovere. Offrire, quindi, tempo all’ascolto attivo degli studenti conferisce dignità ai loro vissuti e trasforma lo spazio in luogo di condivisione necessario per elaborare una narrazione nella quale tutti si riconoscono partecipi.
L’insegnante può dedicare sistematicamente momenti a questa pratica all’interno della routine scolastica, ricorrendo alla modalità del focus group per proporre temi da discutere con il gruppo classe. Questo può favorire il dialogo sulle dinamiche complesse che i bambini vivono, permettendo loro si confrontarsi con figure di riferimento e con i pari e può creare per loro un ambiente sicuro nel quale sentirsi meno vulnerabili.
Le attività di cooperazione e collaborazione tra compagni supportano la costruzione di reti di relazioni, idonee a ridurre il senso di fragilità che i più piccoli hanno sperimentato a seguito dell’emergenza pandemica. Il docente può correlare queste scelte didattiche all’elogio dei comportamenti corretti, lavorando così non solo sulle criticità ma anche sui punti di forza.
Spesso a scuola è necessario privilegiare la dimensione cognitiva degli studenti ma solo agendo sulle molteplici dimensioni della persona si concorre a realizzare una condizione di benessere individuale e globale.
L’esito del lavoro svolto dall’insegnante con e per i bambini incide sull’elaborazione di un’immagine positiva del sé che è un prerequisito essenziale per la capacità di adattamento e risposta a sistemi complessi.
Un altro tipo di legame da non trascurare è quello tra scuola e famiglia: la collaborazione tra corpo docente e figure genitoriali pone gli interventi in un’ottica di continuità e ne salvaguarda l’efficacia.
Alla luce di quanto detto non stupisce che brillanti iniziative educative nate in risposta all’emergenza Covid-19 per supportare le scuole come Scosse in classe. Percorsi trasversali tra il nido e la scuola secondaria per educare alle relazioni abbiano scelto di porre il focus di intervento sull’ambito relazionale. Il quaderno operativo realizzato da Settenove Edizioni suggerisce percorsi e materiali a chi lavora in classe e affronta la sfida di dover elaborare strategie di continuità e ripresa in questo momento tanto particolare.
In conclusione, bisogna avere fiducia nelle risorse dei bambini e considerarli protagonisti nel loro percorso di crescita. L’emergenza Covid-19 ci ha costretti ad accettare una realtà più grande di noi ma in questo i bambini erano allenati; sono abituati a confrontarsi con ciò che è grande, fuori e dentro di loro. Non solo, un altro aspetto insito nei più piccoli, proprio del loro essere persone in fase di sviluppo, è la loro capacità di adattamento allo sconosciuto e al complesso. Ed è proprio dando significatività alla pluralità di esperienze (adulte e bambine) che abitano il contesto scuola che si può palesare il percorso da seguire, non tanto per tornare alla normalità, quanto piuttosto per un miglioramento collettivo.

Cristina Fioravanti,
Laureanda in Scienze della Formazione Primaria 
Università degli Studi di Roma Tre.


X Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, cliccando su accetto, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.
Accetto