Riconoscere i propri bisogni attraverso l'approccio gestaltico

L’approccio gestaltico focalizza l’attenzione sulla persona in cui il corpo, le emozioni, i sensi e la razionalità sono in connessione tra di loro.


Un modello teorico a cui ispirarsi e da cui mutuare strategie e tecniche fondamentali per l’appoccio con bambini e ragazzi in età evolutiva è quello della psicologia della Gestalt, fondata alla fine degli anni ’40 da Friedrich Salomon Pearls.
Questa teoria ha numerose radici, alcune più visibili e altre meno manifeste. Dalla fenomenologia, la Gestalt, ha mutuato il concetto di qui ed ora: l’elemento essenziale è il vissuto immediato, così come viene percepito. Dall’esistenzialismo l’importanza del vissuto concreto rispetto ai principi astratti, quindi diventa importante comprendere come si vive, come si esiste e poi il concetto di singolarità e di responsabilità personale.
Dalla psicologia della Gestalt il concetto che “il tutto è una realtà diversa dalla somma delle parti”. La natura umana viene vista come un tutto composto da varie parti che sono separate ma intergrate. L’individuo che è alla ricerca di un suo equilibrio, cerca di soddisfare i diversi bisogni fisiologici ma non sempre questi bisogni vengono individuati o percepiti chiaramente e quindi il ciclo di soddisfazione dei bisogni viene interrotto. E’ la consapevolezza del bisogno che fa si che dallo sfondo emerga la figura.
Un altro concetto fondamentale mutuato dalla psicologia della Gestalt è il ciclo del contatto sviluppato da Goodman. Egli divide “ogni azione in quattro fasi principali: il pre-contatto, nel quale si presta attenzione alle sensazioni, agli stimoli interni o esterni e si inizia a consapevolizzare il bisogno. La seconda fase consiste nella presa di contatto, nella quale si mobilita l’energia necessaria e la motivazione che spinge all’azione direzionale fino a l'avvio di contatto e poi verso un pieno e vibrante contatto con l’ambiente, ovvero il contatto pieno e il post contatto, detto anche ritiro, che rappresenta l’elaborazione dell’esperienza in quanto viene assimilato quello che il contatto con l’ambiente ha contribuito a far crescere o arricchire” (Spalletta, Quaranta, 2006).
Dalle teorie orientali deriva la visione olistica della Gestalt che tiene conto “dell’interconnessione permanente dell’individuo globale con il suo ambiente generale, sociale e cosmico, il tutto immerso in un flusso incessante, che non è possibile apprendere se non attraverso una vigilanza attimo per attivo sul qui ed ora” (Ginger, 2004).
Altro concetto fondamentale tratto dalla filosofia dello Zen è quello dell’insight che consiste nell’improvvisa intuizione/illuminazione che permette di risolvere un problema.
Da W. Riech la Gestalt ricava le tecniche del contatto fisico che divennero una parte fondamentale dell’approccio gestaltico. Non si riferisce però alla lettura del corpo da parte dello psicoterapeuta bensì si stimola il cliente a utilizzare il gesto per entrare direttamente in contatto con se stesso in modo da favorire l’insight. Per la Gestalt il linguaggio del corpo presenta il vantaggio di essere radicato nel qui ed ora al contrario della parola.
E’ chiaro come il modello gestaltico è frutto di un connubio di teorie e modelli che lo rendono ricco e variegato. Come precedentemente asserito l’approccio gestaltico focalizza l’attenzione sulla persona come intero tenendo presente il corpo, le emozioni, i sensi e la razionalità.
La vita dell’organismo è regolata e caratterizzata da un rapporto continuo tra equilibrio e squilibrio che mobilita l’individuo a riconoscere i propri bisogni e a soddisfarli in interdipendenza costante quindi con l’ambiente.
Un aspetto molto importante è l’identificazione del bisogno che se non viene correttamente individuato fa sentire confusi, indecisi e incerti. Ciò che permette all’individuo di comprendere è il continuum della consapevolezza che “è’ una funzione di costruzione di significati che crea delle Gestalt fresche; una nuova intuizione penetrante all’interno della unità manifesta dei disparati frammenti di autoconoscenza o la coscienza—come fosse la prima volta- del dorato spruzzo fruttato o profumato che si sparge dalla rottura di un pezzo di buccia d’arancia” (Clarkson,1989).
Quando questa viene a mancare l’elemento evolutivo si blocca e si interrompe il processo di crescita.
Lavorare con i bambini e i ragazzi utilizzando l’approccio gestaltico significa aiutarli a riconoscere e a soddisfare i propri bisogni, fornendo loro la consapevolezza che si può chiedere aiuto quando ce ne è bisogno e aiutandoli ad accettare il fatto che non è sempre possibile che un bisogno sia soddisfatto.
L'uso di questo modello permette lo sviluppo della consapevolezza su come si affrontano le situazioni difficili, dando al bambino il messaggio che ci possono esistere diverse alternative per la risoluzione del problema e che comunque si può sempre fare affidamento su se stessi. Attraverso questo costrutto si sostiene il bambino nel consapevolizzare il proprio modo di procedere nelle situazioni di vita, indicandogli come usa il proprio modo di pensare, i propri sentimenti ed emozioni, come affronta la vita e come si gestisce il ciclo del contatto.
E’ una modalità di lavoro che si basa soprattutto sugli aspetti emotivo esperienziali, tenendo presente ovviamente lo sviluppo sano che deve avere il bambino. Si prevede un’analisi della domanda previa accoglienza considerando il problema che il bambino presenta come la modalità del migliore adattamento che il soggetto è riuscito a mettere in atto in relazione al contesto e alle risorse personali, in quanto nella natura di ogni bambino c’è la spinta a crescere anche quando il mondo adulto impedirà ai suoi bisogni di essere soddisfatti. Sarà importante rendere il bambino attivo nella risoluzione del problema esplicitando tutto ciò che sarò fatto nella relazione di aiuto e focalizzandosi prevalentemente sul processo. Le modalità che possono essere utilizzate per entrare in contatto con il bambino sono quelle ludico, creative e ed espressive. Quindi si può spaziare dall’uso delle fotografie, del collage, della musica, si può utilizzare il role playing, le drammatizzazioni, la metafora, l’uso dell’immaginazione di libri. E’ importante porsi nei confronti dei bambini senza giudizio e con rispetto, rimanendo nel qui ed ora ed essere pronti al contatto e interattivi. Si dovrà essere una guida attiva e di orientamento, sostegno e sicurezza. 


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