Ricucire le trame della relazione a scuola: l’accoglienza emotiva
Una scuola davvero attenta al tempo educativo dovrebbe partire dalla valorizzazione di tutte quelle esperienze informali vissute, durante il periodo di lockdown, dalle bambine e dai bambini nei loro contesti quotidiani di vita e aiutarli a riflettere sul significato che esse hanno portato nella loro vita, al fine di permettere agli alunni di riappropriarsi del quel tempo “scolastico” trascorso in maniera differente rispetto a quello di cui avevano esperienza.
La ripresa delle attività scolastiche si preannuncia piuttosto complessa, sia a causa dell’indeterminatezza relativa alle norme sanitarie da rispettare, sia per le proposte organizzative e logistiche che sembrano, decisamente, di difficile attuazione.
Alle preoccupazioni di carattere organizzativo e sanitario si affiancano anche le ansie relative al recupero del tempo didattico e educativo perso nel passato anno scolastico o impiegato, non sempre, in modo efficace.
Una scuola davvero attenta al tempo educativo dovrebbe partire dalla valorizzazione di tutte quelle esperienze informali vissute, durante il periodo di lockdown, dalle bambine e dai bambini nei loro contesti quotidiani di vita e aiutarli a riflettere sul significato che esse hanno portato nella loro vita, al fine di permettere agli alunni di riappropriarsi del quel tempo “scolastico” trascorso in maniera differente rispetto a quello di cui avevano esperienza.
Gli insegnanti, senza lasciarsi prendere dall’ansia del recupero del programma scolastico, dovrebbero “darsi il permesso” di ricostruire quel contatto fatto di emozioni, sguardi, vicinanza, complicità che è venuto a mancare nei mesi del passato anno scolastico e che è indispensabile per uno sviluppo armonioso dell’identità delle bambine e dei bambini.
Nell’anno scolastico che sta per iniziare, la prima sfida che gli insegnanti si troveranno ad affrontare sarà quella della ricostruzione di nuove modalità di legami in presenza, di una nuova abitudine di stare insieme per rinforzare o tessere le trame di nuove relazioni. Infatti, come dichiara all’AGI Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell'età evolutiva, “c’è bisogno di tranquillizzare il cervello emotivo dei ragazzi, prima di rimettersi in marcia per l'acquisizione di nuove conoscenze.
Nelle prime settimane di scuola è fondamentale pianificare dei momenti in cui venga ri-costruito l’incontro con l’altro, in cui siano ritagliati momenti di condivisione, di intimità, di riflessione sull’esperienza vissuta per dare un significato ai propri vissuti, promuovendo il senso di appartenenza a una comunità.
Diventa quindi importante dare spazio a micronarrazioni sia in piccolo che grande gruppo, partendo da una storia, un’immagine, una canzone. Molte insegnanti hanno chiesto ai propri allievi di tenere un piccolo diario e questo può essere il momento per condividerne un pensiero, una frase una scoperta fatta, mettere in comune con l’altro ciò che di positivo ha lasciato questa esperienza con la finalità di costruire a scuola una comunità di incontro e mantenere quel senso di collettività nei bambini proprio nel momento in cui il “distanziamento sociale” o meglio la “distanza di cortesia” è la richiesta maggiormente pressante.
Questo è il momento in cui alle insegnanti e agli insegnanti vengono richieste quelle doti che caratterizzano i docenti da sempre quali sensibilità, flessibilità, apertura al dialogo e al confronto, accoglienza profonda e collaborazione attiva. I docenti si dovranno mettere in ascolto per cogliere tutti quei bisogni impliciti ed espliciti, tutte quelle paure che gli alunni avranno la necessità di condividere per non sentirsi più soli.
Parlare di quello che è accaduto e accade con le bambini e i bambini è possibile, l’importante è farlo utilizzando un linguaggio chiaro e adeguato all’età, prestando molta attenzione alle reazioni e alle domande che emergono, per cogliere eventuali vissuti difficili o richieste particolari.
La cosa importante è che gli argomenti affrontati con i bambini contemplino sempre il futuro e la speranza che tutto si risolva per il meglio.