A scuola di ascolto: ascoltare ed ascoltarsi
Ma quanto si ascolta l’altro? Davvero, in modo attivo?
A scuola si sentono spesso frasi di accuse reciproche.
I docenti dicono “ Gli studenti non mi ascoltano” e gli studenti pensano“I docenti non mi ascoltano”. Emerge da entrambe le parti il bisogno di essere ascoltati. L’ascolto diventa un bisogno che unisce i docenti agli studenti. Un bisogno che spesso non viene preso in considerazione da nessuna delle due parti. Eppure la strategia dell'ascolto potrebbe fare la differenza, potrebbe trasformare la relazione- docente studente in una relazione che nutre entrambi.
Ma quanto si ascolta l’altro? Davvero, in modo attivo?
Quanto mentre l’altro parla si presta attenzione a come le parole che dice entrano in noi, attivano le risonanze che sono in noi, creano immagini nuove, pensieri, nuove idee?
Per fare questo si dovrebbe ascoltare l’altro e contemporaneamente ascoltare noi stessi. E’ possibile. L’ascolto si impara, sostiene D. Novara (1997).
Si può imparare a fare silenzio dentro di sè e lasciare entrare le parole dell’altro, ascoltare veramente e, nello stesso tempo, ascoltarsi. L’abilità dell’ascolto diventa la capacità di creare il silenzio dentro di sè. Questo permette di sentire l’altro, di ascoltarlo in modo empatico, di avvicinarsi all’altro attraverso le sue parole e nello stesso tempo utilizzare queste parole per sentire se stessi, i propri bisogni, desideri che nella relazione dialogica si attivano.
Quando l’altro comunica è possibile entrare in empatia, scavare nella propria esperienza emotiva per com-prendere le emozioni che prova.
Un docente in grado di entrare in empatia ha la possibilità e la fortuna di entrare nel mondo dello studente, esplorare le sue esperienze, avvicinarsi a lui.
Uno studente che ascolta le parole del professore può, a sua volta, modificare concetti, formulare nuove idee, trovare risonanze con la propria esperienza, trarre nuove informazioni e pensieri.
Gli studenti che si ascoltano tra di loro possono fare più attenzione ai bisogni reciproci, sintonizzare i propri vissuti emotivi, esplorare le proprie esperienze emotive per ri-trovarsi, ri-costituirsi.
Si va quindi oltre le parole, si comprende come dietro bisogni superficiali a volte ce ne sono di più profondi: così si potrebbe vivere la relazione a scuola come momento di crescita, di trasformazione, di maturazione reciproca.